TRIUMPH

TRIUMPH – For the ride

I primi anni

La società motociclistica Triumph nasce nel 1884 a Coventry con Siegfried Bettman e inizialmente era occupata nella produzione di biciclette. Più tardi si associò l’ingegnere Martin Schultze e si costituì una sede per la vendita di biciclette, la Triumph Werke Numberg AG.

Nel 1902 l’azienda unì la produzione di biciclette ai primi motori per motociclette. Nel 1920 ci fu l’acquisto di uno stabilimento per la produzione di automobili così che l’azienda venne divisa in Triumph Motor Company, per la vendita di auto, mentre, per le motociclette e biciclette, la Triumph Cycle & Co.

Nel 1936 venne acquistata, da parte della Ariel Motorcycles Ltd, la sezione motociclistica, con l’aggiunta di un’altra sezione aziendale la Triumph Engineering Co. Ltd .

La produzione di motociclette rimase a Coventry sino al secondo conflitto mondiale, dopo di che, fu spostata a Meriden nel West Midlands a causa di numerosi bombardamenti, che, tra il 1940 e il 1941, colpirono la città e danneggiarono l’azienda e i suoi macchinari.

Il dopo guerra

Nel 1951 l’azienda venne venduta alla B.S.A e con Edward Turner arriva lo Speed Twin. A seguito di alcuni debiti di guerra con gli Stati Uniti, l’azienda spostò la produzione negli U.S.A. e diventò famosa nel 1953 con il film ‘Il Selvaggio’, dove Marlon Brando  guidava la 6T Thunderbird.

In seguito con il film ‘La grande fuga’ si vide il famoso Steve McQueen alla guida di una Triumph Trophy, che cambierà poi in Thunderbird, Wonderbird e più tardi in Bonneville, modello di punta della casa.

La Speed Twin aumentò nella cilindrata arrivando a 650cm3, per soddisfare gli acquirenti americani, abituati a viaggiare per lunghe distanze.

Con la Wonderbird, Triumph realizzò una moto veloce ed in grado di gareggiare nei laghi salati della cittadina, Bonneville, che in seguito darà il nome alla motocicletta. La Bonneville disponeva di un motore da 650cm3 alimentato a nitro metano, a doppio carburatore.

La crisi e la rinascita

Gli anni 60’ sono marcati da un importante esportazione della produzione Triumph, il 60% . Ciò permise l’invasione giapponese, che arrivò nel mercato europeo diventando diretta concorrente.

Negli anni 70’, infatti, la Triumph produceva moto di piccola cilindrata a differenza delle giapponesi con moto disposte di motori a quattro cilindri, molto più potenti e performanti; così l’azienda sviluppò i tre cilindri da 750cm3 della Triumph Trident e della BSA Rocket 3.

Nel 1972 il gruppo associato alla società, la BSA, finì in bancarotta, così il governo aiutò la società inglese a fondersi con la Norton-Villers, diventando il gruppo Norton-Villers-Triumph. Iniziarono a seguito di questa collaborazione, una serie di problemi aziendali dovuti allo spostamento di produzione dal Meriden allo Small Health, con gli operai che si diedero allo sciopero portando lo staccamento della società dalla Norton-Villers.

Nel 1983 avvenì il fallimento aziendale, acquistato poi in seguito da John Bloor, un miliardario che fondò la Triumph Motorcycles Ltd.

La produzione di motociclette venne spostata nel Devon dal 1988 e si mantenne la gamma storica di modelli Triumph unendoli a nuovi modelli tricilindrici da 750 e 900cm3, e quadricilindrici da 1000 e 1200cm3, quest’ultimi poi abbandonati .

Spicca nella nuova produzione la Triumph Rocket III, moto con la maggiore cilindrata della casa, con un propulsore tricilindrico da 2.300cm3 e una potenza di ben 140cv.

Scooter

Nel 1960 l’azienda iniziò la produzione di scooter, il primo con motore a due tempi, con cambio automatico e circa 100cm3, il Triumph Tina, realizzato poi in seguito anche nella versione a tre ruote.

Più tardi, debuttò un altro scooter, il Tigress, pratico e dotato di buone prestazioni, in due versioni; con motore due tempi da 175cm3 e con motore a quattro tempi da 250cm3, con cambio manuale e comando a pedale.

Una risposta ad ogni domanda

Jacopo P.