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Autostrade per l’Italia: Tutor, se ne parla ancora!

Autostrade per l’Italia: Novità sul caso ‘Tutor’ che si trascina ormai da anni, arriva una nuova sentenza dal tribunale.

Un caso che seguiamo da tempo

Autostrade per l’Italia – Si parla di tutor ancora una volta. La storia è iniziata ben dodici anni fa, ma ancora oggi il caso è aperto, ancora oggi giungono a noi notizie di nuove sentenze e nuovi risvolti. Si parla dunque del caso di Autostrade per l’Italia: il brevetto del sistema dei tutor è stato contraffatto ai danni della piccola azienda toscana, la Craft. Questo è ormai divenuto un dato di fatto il 10 aprile del 2018, quando la Corte d’Appello di Roma ha emesso la sentenza. Quali sono ora le novità? Perché torniamo a parlarne?

‘Autostrade per l’Italia non è proprietaria del software’

Il 4 gennaio 2019 il Tribunale delle Imprese di Roma ha emesso questa sentenza. Autostrade aveva infatti cercato di far causa alla società fiorentina e al suo proprietario, cercava di disconoscere il suo diritto ad ottenere i pagamenti per l’utilizzo dei sistemi Tutor: questa richiesta non è stata accettata. Nonostante tutte queste evoluzioni, Autostrade per l’Italia non intende mollare la presa e valuta l’impugnazione della sentenza. Questa scelta aprirebbe un nuovo squarcio sulla questione e il processo potrebbe prendere nuovamente una strada diversa ed inedita.

Intanto i SICVe PM continuano a funzionare

A detta di Autostrade, i SICVe PM sono un’evoluzione dei Tutor, dunque non rientrano nella questione. Iniziano ad essere infatti sempre più presenti sui tratti autostradali e da questo sistema, attualmente, sono controllati 31 tratti per complessivi 290 km circa. C’è chi si lamenta del fatto che nonostante tutte queste sentenze, Autostrade continua a non sembrare decisa a pagare, c’è chi afferma che la cosa più importante, è l’incolumità degli automobilisti.. e voi, cosa ne pensate?

Una risposta ad ogni domanda

Karina G.